Se sapessi del terrore
che morde gli occhi
allo stomaco dalla voragine,
di tutti i ragni addormentati nei muri
vigili come rettili d’ogni fessura
cammineresti passi d’acqua nel
più completo silenzio
del pomeriggio, altrove
impronte di motori accesi
e abbaiare di cani sotto il sole
non avresti più specchi né similitudini
presso cui deporre le parti del tutto,
i frutti dell’orto, i dolori del parto.